Bruno Aller, Luigi Boille, Lamberto Pignotti, tre outsider a Roma a Palazzo Merulana

A Roma, Palazzo Merulana, CoopCulture e Fondazione Elena e Claudia Cerasi ospitano una collettiva dedicata a tre grandi maestri italiani dell’astrazione pittorica: Bruno Aller, Luigi Boille, Lamberto Pignotti. La mostra aperta nei giorni scorsi è stata curata da Stefano Gallo è lo scopo è quello  di indagare, analizzare e proporre un nesso comune tra i tre artisti e contemporaneamente guardare alle eventuali possibili “frizioni”, essendo convinti che questa “diversità” nasca ed abbia origine da un punto in comune per tutti e tre gli autori, cioè dalle infinite varianti del “segno”.

Il segno è protagonista, nella sua variabile configurazione, all’interno della ricerca estetica e di pensiero di ognuno di loro.
In Luigi Boille, il segno è l’elemento primario, è cosa esistenziale: il segno è il punto dove il tutto può avere inizio, è l’elemento prescelto dall’artista necessario per dipingere, è “l’essere” che, distillato e ridotto al minimo percettibile, riesce comunque a dar vita ad ogni superficie indagata.

Lamberto Pignotti, tra i pionieri della poesia visiva, è da sempre costruttore di alfabeti alternativi per un alterato linguaggio dove le parole e le immagini sono riformulate, ripensate, rilette e riviste, ritagliate per taglienti collage, dal linguaggio volutamente apparentemente popolare.

Bruno Aller, artista di altra generazione rispetto a Boille e Pignotti, è legato ad essi da una antica e forte amicizia. Il suo lavoro grafico pittorico, da tempo caratterizzato dalla serie dei “Ri-tratti” è linguisticamente distante da entrambi gli artisti precedenti, anche se sembra per certi versi aver fatto proprio parte delle due distanti lezioni, condividendo da un lato la scelta di Boille nel perseguire ostinatamente e orgogliosamente il linguaggio della pittura, dall’altro cogliendo, nei frammenti verbo-visivi di Pignotti, l’aspetto sociale-politico.

Essere un outsider è rifiutare ciò che allontana, che separa e distoglie dall’arte, è il saper rifiutare, mettersi all’angolo al margine delle cose, ma lavorando tenacemente: outsider è “prendere la giusta distanza dalle scorie collaterali, è il rifuggire dai produttori di tristezze”, come scrive lo stesso Bruno Aller. Si può pensare che le scelte di Boille, Pignotti e Aller, nel tenersi criticamente per così dire “al margine”, siano in-nate e maturate con tempi e modalità diverse ma che comunque li rende assai vicini, li contraddistingue, li ha visti autori senza scorciatoie del proprio lavoro, perseguendo con coerenza il proprio linguaggio.

La mostra che rimarrà aperta al pubblico fino al 13 marzo presenta in totale circa 60 opere di cui alcuni grandi formati, tra cui due opere double face di Luigi Boille del 1958, tre stendardi di Lamberto Pignotti esposti nel 2019 al Centre Pompidour di Parigi, una pala laica e anche una parabola laica di Bruno Aller.

Tel.: +39 06 39967800, [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Gallery 1903
Invia su WhatsApp