Il Futurismo italiano della Collezione Mattioli incanta la Russia

Fino al 4 ottobre  il Museo Russo di San Pietroburgo, nell’ambito delle iniziative per celebrare l’Anno incrociato Italia-Russia dei Musei ospita   la mostra “Futurismo italiano dalla Collezione Mattioli. Cubofuturismo russo dal Museo Russo e collezioni private”  inaugurata lo scorso 15 luglio  dall’ambasciatore d’Italia in Russia, Pasquale Terracciano.

La mostra, patrocinata e sostenuta dall’Ambasciata d’Italia a Mosca, dal Consolato Generale a San Pietroburgo e dall’Istituto Italiano di Cultura a San Pietroburgo, è stata realizzata anche grazie al generoso sostegno finanziario di Sberbank e del Gruppo Pirelli. Si tratta di un’esposizione unica, che porta per la prima volta in Russia i capolavori di alcuni dei più noti futuristi italiani, mettendoli a confronto con le opere dei maestri del cubofuturismo russo, in un interessante dialogo contrastivo fra movimenti di idee e correnti artistiche.

Filippo Marinetti pubblicò il “Manifesto del Futurismo” in Italia nel 1909. Le idee contenute nel testo si diffusero rapidamente in diversi Paesi, inclusa la Russia, suscitando reazioni e contestazioni. Il Futurismo apparve come il primo movimento di idee e azioni capace di calamitare l’attenzione di un vasto pubblico. In Italia come in Russia, innervò non soltanto il mondo delle arti visive, ma anche della poesia, del teatro e persino la vita sociale. Le origini del movimento futurista sono strettamente connesse all’era del progresso tecnologico e dell’alta velocità. Questi due elementi resero possibile la creazione di diversi vincoli tra i futuristi italiani e russi. Tuttavia, le diverse tradizioni culturali e mentalità diedero a ciascun movimento nazionale tratti e caratteristiche peculiari.

Ciò fu messo in risalto dallo stesso Marinetti quando visitò la Russia nel gennaio del 1914. «Questo è il Paese del Futurismo», disse a proposito della Russia, «qui non c’è la terribile oppressione del passato, sotto la quale soffocano i Paesi europei. La Russia è giovane, piena di energia e credo che contribuirà moltissimo alla cultura del futuro».

Proprio a San Pietroburgo fu data alle stampe la prima edizione russa del manifesto di Marinetti (Футуризм, 1914). La diversità e l’unicità del Futurismo russo è  rappresentata nelle Stanze di Nicola del Castello di San Michele. I visitatori potranno scoprire pitture e disegni, dalle opere più celebri a quelle sconosciute, provenienti dai musei russi a dalle collezioni private moscovite. Tra i 50 capolavori esposti ci saranno opere di Natalia Goncharova, David Burliuk, Kazimir Malevich, Aristarkh Lentulov, Lyubov Popova, Olga Rozanova, Aleksandra Ekster e altri esponenti dell’Avanguardia russa.

Il versante italiano dell’esposizione include i capolavori del Futurismo della collezione di fama mondiale di Gianni Mattioli. Nel 1972 le 26 opere in mostra nell’esposizione che si terrà a San Pietroburgo sono state dichiarate patrimonio nazionale. La collezione è stata esposta anche al museo Peggy Guggenheim di Venezia. La mostra di San Pietroburgo sarà l’ultima volta in cui le 26 tele della collezione lasceranno l’Italia. I visitatori potranno ammirare le straordinarie opere di Amedeo Modigliani, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carra, Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Luigi Russolo, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici.

L’esposizione nel Museo Russo rappresenta una risposta alla mostra milanese intitolata “Divine e avanguardie. Le donne nell’arte russa”, inaugurata a Palazzo Reale nell’ottobre 2020, organizzata da CMS.Cultura e dal Comune di Milano, che è stata prolungata sino all’autunno 2021 grazie al permesso straordinario rilasciato dalle Autorità russe.L’esposizione è  inoltre, arricchita da un video animato che narra la storia della collezione Mattioli e da un filmato con immagini d’epoca delle teche RAI sul movimento futurista e sui suoi protagonisti, prodotti dall’Istituto Italiano di Cultura a San Pietroburgo. La mostra è accompagnata da un catalogo in italiano e in russo e touch-screen informativi per ogni opera.

 

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