Tano Festa ( Roma, 1938-1988)
Nato a Roma nel 1938 si iscrive all’Istituto d’Arte in via Conte Verde nel 1952 e qui si diploma nel 1957 in Fotografia artistica con Alberto Libero Ferretti. Sin dall’inizio i suoi amici saranno Mario Schifano, Franco Angeli, Renato Mambor e Sergio Lombardo, un sodalizio che si estenderà ad altri protagonisti della scena artistica romana dell’epoca come Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Mario Ceroli. Erano gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo, è qui, ai tavoli del Caffè Rosati che amavano incontrarsi o nella sede della galleria La Tartaruga. La sua prima mostra sarà la partecipazione alla “Mostra di Pittura” per il “Premio Cinecittà” organizzata dal PCI nel 1958. I disegni degli esordi hanno influenze di tipo surrealista e grande è il suo interesse per la poesia, Sandro Penna sarà un suo caro amico. Nel 1959 arriva alla galleria La Salita di Gian Tomaso Liverani ed espone in una collettiva insieme a Franco Angeli e a Giuseppe Uncini, l’anno seguente realizza i suoi primi monocromi. E’ nel novembre del 1960 che Festa, insieme a Lo Savio, Schifano e Uncini inaugurano a La Salita la mostra “Roma 60. 5 pittori” presentata da Pierre Restany, il critico francese che aveva tenuto a battesimo il Nouveau Realisme. L’anno seguente in una mostra personale, sempre a La Salita, compaiono i primi legni sulla superfice delle sue tele, disposti verticalmente e ad intervalli irregolari. Nel 1962 è la volta di Finestre, Porte, Armadi, ricostruiti secondo il disegno di Tano Festa ma lasciati chiusi. Importante sarà la collaborazione con Plinio De Martiis e con la galleria La Tartaruga. Nel 1962 entrano nel suo repertorio visuale l’Obelisco e la Lapide e l’anno seguente i primi quadri con le citazioni di artisti del passato e nel 1963 che muore suicida il fratello Francesco Lo Savio. Tra i personaggi maggiormente citati è senza dubbio Michelangelo con immagini iconiche tratte dalla Cappella Sistina ma anche dalle tombe medicee, come L’Aurora e Adamo, due dei suoi soggetti preferiti. All’inizio degli anni Settanta l’artista sperimenta una tecnica più affidata alla materia pittorica, al gesto e al colore, le figure sono immagini tratte dall’arte del passato ma proiettate sulla tela, seguiranno poi le serie delle Piazze d’Italia e dei Rebus. Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1978, nel 1980 e nel 1984. Negli ultimi dieci anni si dedicherà in particolare alla pittura ad acrilico, tema ricorrente il ritratto in particolare di personaggi tratti dalla letteratura o volti allucinati, in una mostra alla Galleria Soligo di Roma del 1981 compaiono enigmatiche figure alate, alla fine degli anni ’70 compaiono i Coriandoli.